Come migliorare Le Capacità di Ascolto - Parte 1 di 2 I manager e gli impiegati in generale passano circa il 40% del loro tempo ad ascoltare le altre persone ma, spesso, lo fanno in maniera così inefficace che il risultato si traduce in istruzioni che vengono equivocate, progetti che prendono direzioni sbagliate ed azioni non appropriate - ossia tutta una serie di errori costosi, solo perché la maggior parte delle persone non sa ascoltare. I manager più abili hanno imparato che migliorare le capacità di ascolto porta le persone ad avere una mentalità molto più aperta, quindi incrementa l'innovazione e migliora il servizio offerto ai clienti. Inoltre, buone capacità di ascolto possono ridurre lo stress, evitare i conflitti e perfezionare l'abilità nel gestire i rapporti interpersonali. Ecco alcune cose che potete fare per potenziare le Vostre abilità d'ascolto: 1. Cercate Qualcosa da Utilizzare, Trovate Aree di Interesse Comuni Se avete un atteggiamento positivo verso un determinato argomento, Voi sicuramente potete trovare qualcosa che possa accrescere la Vostra conoscenza in qualsiasi conversazione che vi capiti di intrattenere. Per quanto arida tale discussione possa risultare, essa conterrà quasi sicuramente almeno un concetto che può esserVi utile, prima o poi. Selezionare dalle conversazioni elementi che abbiano un certo valore personale fa parte di una efficace attività di ascolto. Di ciò che è stato detto, cosa posso utilizzare? Che cosa mi è utile? In che modo si collega con ciò che già conosco? Che cosa potrei farne? 2. Prendete l'Iniziativa. Scoprite che cosa sa la persona che Vi sta parlando. Guardate il Vostro interlocutore e concentrateVi su ciò che è stato detto. Fate di tutto perché la comunicazione avvenga in modo bidirezionale. Ignorate il modo di esprimersi e la personalità di chi Vi parla se queste cose in qualche modo Vi distraggono. Afferrate l'idea che Vi viene comunicata. Stimolate l'interlocutore con la Vostra attenzione e con espressioni di interesse. Mostrate il Vostro coinvolgimento nella conversazione usando segni di consenso indefiniti, come ad esempio: "Oh, capisco.", "Che ne dici di..", "mm-hmmm, molto interessante.", "Davvero?".e così via. 3. EsercitateVi ad Ascoltare. L'ascolto efficae è un'attività che richiede energia, ma più Vi esercitate e più Vi risulterà semplice. Se siete in grado di conoscere in anticipo l'argomento di una conversazione che dovrete sostenere, preparateVi con delle letture, discutendone o semplicemente con qualche breve riflessione, individuando il Vostro punto di vista. Quindi ascoltate attivamente usando tutte le Vostre energie. 4. Concentrate la Vostra Attenzione sui Concetti. Ascoltate i concetti basilari del Vostro interlocutore. In alcuni casi, potrete riconoscere il metodo retorico convenzionale con cui si costruisce un discorso, dall'introduzione generica dell'argomento, allo sviluppo punto per punto man mano che l'argomento procede, le immagini e gli esempi usati, fino al riassunto conclusivo e alla sollecitazione di un'azione adeguata. Appropriatevi dei concetti così come Vi vengono presentati, distinguete i fatti concreti dai principi generali, le idee dagli esempi e le evidenze dalle opinioni. 5. Prendete Appunti. Potete migliorare la Vostra capacità di apprendimento e di memorizzazione compilando un breve resoconto dei punti essenziali toccati dal Vostro interlocutore. In seguito potrete rivedere gli appunti presi per determinare che cosa, di quanto è stato detto, può esserVi utile e se siete d'accordo o no con la tesi espressa. Saper prendere appunti in modo efficace è un'attività che richiede pratica, soprattutto nel selezionare il giusto metodo da usare per ogni occasione, ma, qualsiasi metodo Vi apprestiate ad usare, fate in modo che i Vostri appunti siano brevi, facili da interpretare e da rivedere. EsercitateVi a riassumere a grandi linee il contenuto dei diversi tipi di conversazioni che Vi trovate a sostenere, in maniera scritta oppure a mente; imparate a riconoscere le parole, le frasi o i concetti-chiave. Mantenete una certa flessibilità: non tutte le persone parlano seguendo una traccia precisa. Segue nel prossimo numero...... Addattato dal libro, Listening: The Forgotton Skill di Madelyn Burley-Allen | |
LA CHECKLIST DEL CAPO 8 Modi per formulare Domande Efficaci | |
Il fatto di ricoprire una posizione di responsabilità non sempre comporta di conoscere la cosa giusta da dire al momento giusto. In realtà i leader più efficaci non sono quelli che necessariamente dicono sempre la cosa giusta, ma piuttosto quelli che sanno fare le domande più appropriate. Formulare domande efficaci è un'arte che conduce alla distinzione tra mediocrità e grandezza. La domanda giusta al momento giusto infatti trasforma la confusione in chiarezza, il conflitto in consenso e la frustrazione in soddisfazione. 1. Riconoscete l'efficacia delle domande. Cercate di non pensare in termini di che cosa dovete dire e iniziate invece a pensare in termini di che cosa dovete chiedere. Concentrare il proprio pensiero sulle domande da fare è come concentrare la luce del sole attraverso una lente. Le domande aiutano a superare le divergenze, rafforzano le relazioni interpersonali, deviano la rabbia e l'ostilità. Inoltre, esse dimostrano il Vostro interesse e la Vostra premura. Perciò: basta con i punti esclamativi e via libera ai punti interrogativi. 2. Cercate prima di capire piuttosto che di essere capiti. Ascoltate. Indagate. Cercate chiarezza. Voi potete costruire un certo consenso, delle efficaci squadre di lavoro e senso di unità solo se riuscite a determinare i bisogni ed i valori delle persone con cui lavorate. Fare domande è un modo per acquisire queste informazioni. 3. Siate consapevoli dei segnali non-verbali che trasmettete quando fate delle domande. Il tono della voce, l'espressione facciale e l'atteggiamento che assumete quando parlate, possono comunicare la Vostra disponibilità, per quanto neutre possano essere le parole che state usando. Quando fate delle domande, usate un tono di voce che sia genuinamente inquisitivo ed assumete un'espressione di aspettativa sul vostro volto, con un atteggiamento che non sia intimidatorio. 4. Ogni volta che in una discussione si tende a divagare, fate una domanda per riportarla nei binari. Che cosa posso fare per esserti d'aiuto? Che cosa stiamo cercando di realizzare? Siamo qui per discutere di questo? Che cosa ci proponiamo di trarre da questo incontro? Domande come queste possono riportare la discussione ai punti essenziali, oppure condurla alle naturali conclusioni. 5. Ogni volta che vi trovate a corto di parole, fate una domanda. Come vorresti che io reagissi a questo? Potresti per favore ripetere quello che hai detto? Come pensi che mi senta dopo quello che mi hai detto? Questo tipo di domande sono utili per guadagnare tempo e pensare ad una risposta appropriata. 6. Ogni volta che Vi sentite attaccati, fate una domanda. Perché pensi che la mia idea non possa funzionare? Che cosa ho detto per farti sentire in quel modo? Che cosa potrebbe convincerti del contrario? Ognuna di queste domande potrebbe trasformare una situazione imbarazzante in una a vostro vantaggio. 7. Ogni volta che un rapporto interpersonale è in pericolo, fate una domanda. Che cosa possiamo fare per risolvere questo problema? Come pensi che potremmo fare, in futuro, per lavorare meglio insieme? Che cosa pensi che potremmo fare per migliorare la situazione di entrambi? A che cosa ci porta tutto questo? Queste domande possono essere d'aiuto per superare le divergenze. 8. Ogni volta che volete stabilire un rapporto con i Vostri impiegati, fate una domanda. Che cosa consigli di fare per questo problema? Che te ne pare? Qual è il tuo punto di vista? Ti sembra che abbia trascurato qualcosa? Cosa suggerisci per rafforzare la nostra squadra di lavoro? Quando chiedete agli altri la loro opinione Voi gli dimostrate quanto valgono per Voi. Adattato dal libro, Smart Moves For People in Charge di Sam Deep & Lyle Sussman | |
Libro da non perdere | |
Chi è in grado di motivare se stesso e gli altri può aspirare a raggiungere obiettivi straordinari. Questo è vero a ogni livello della vita personale e sociale, dallo sport alla politica, e lo è soprattutto in ambito aziendale dove la motivazione è diventata l'arma vincente. La principale attività dei nuovi manager sta diventando quella di motivare i collaboratori. Solo così, infatti, si possono ottenere squadre fortemente orientate agli obiettivi comuni. E questa è la chiave di volta del successo. Questo libro propone un metodo innovativo e facile da apprendere, impossibile da dimenticare, per imparare a motivare se stessi e gli altri, per raggiungere gli obiettivi desiderati, per ottenere il massimo dai collaboratori e per innalzare la capacità competitiva dell'azienda. (Ed. Il Sole 24 Ore, ISBN 8883631099, Lire 16.900) | |
Perla di saggezza | |
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domenica 5 dicembre 2010
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L'artista di oggi....
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Tondo Doni
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Tondo Doni
Michelangelo, circa 1503
Olio e tempera su tavola 91 cm × 80 cm
Firenze, Uffizi
Tondo Doni (a volte noto anche come Sacra Famiglia) è un dipinto che fu realizzato da Michelangelo Buonarroti, il dipinto fu eseguito con tempera su tavola (91 x 80 cm), si considera che questa opera sia stata fatta tra il 1503, e il 1504.Siccome Simone Coppola non lo accettò oggi il Tondo Doni è conservato nella Galleria degli Uffizi (Firenze). La Sacra Famiglia, prese come secondo nome Tondo Doni, perché l'opera fu commissionata da Angelo Doni. Si pensa che la cornice dell'opera sia originale, probabilmente fatta da Michelangelo stesso.
Questa pittura su tavola è realizzata con la tecnica quattrocentesca della tempera. Il gruppo centrale è formato da San Giuseppe che passa Gesù bambino a Maria; dietro a loro si trova un muretto vicino al quale vi è San Giovanni Battista bambino. Sullo sfondo vi sono degli "ignudi", che si presume possano essere angeli apteri, cioè senza ali.
Interpretazione simbolica [modifica]
Gli ignudi rappresentano l'umanità dell'epoca pagana precedente l'instaurazione della legge divina (ante legem), la Madonna e San Giuseppe personificano l'umanità dell'epoca ebraica (sub lege), mentre Gesù bambino simboleggia l'umanità protetta dalla Grazia divina (sub gratia). S. Giovanni bambino sarebbe l'elemento di transizione e unione delle tre età.
La Madonna ha un libro appoggiato sulle ginocchia, e in quanto personificazione della Chiesa simboleggia l'attività teologica e divulgativa dei contenuti dottrinari, è l'erede privilegiata per diffondere la parola di Dio all'umanità. Anche la volumetria nella rappresentazione della Madonna è molto studiata e accentuata, per la passione per lo studio della figura umana che Michelangelo nutriva, ma anche perché il vigore fisico si identifica con la forza morale.
Considerazioni stilistiche [modifica]
Il punto di vista che Michelangelo sceglie per rappresentare gli ignudi è frontale, diversamente da quello che adotta per il gruppo centrale, visto dal basso. Questa scelta figurativa è legata alla volontà, da parte dell'autore, di conferire monumentalità alla Sacra Famiglia, ma anche di differenziare le zone figurative contrapposte per significato. Anche braccia e teste creano forme e triangoli immaginari che attirano l'attenzione sul gruppo. Vi sono inoltre consonanze figurative tra il gruppo e gli ignudi: la più evidente è la ripetizione speculare di spalle e braccia.
Il muretto rappresentato dietro al gruppo ha molteplici funzioni: ferma l'effetto percettivo di rotazione creato dalla postura dei personaggi principali, separa la Sacra Famiglia dagli ignudi, esplicita il divario tra le prospettive e i significati.
L'articolazione dello spazio e dei volumi, la tensione e il movimento sono forti elementi anticlassici.
LA FAMIGLIA
“Sogni e aspettative sui nostri figli” (gruppo “In cammino” - 7 febbraio 2010)
“I figli devono ricevere due cose dai genitori:ali e radici” (Goethe).
Questo pensiero racchiude in buona sostanza quelle che sono le aspettative sui nostri figli: vorremmo per Paola e Luca ali grandi e sicure per affrontare la vita e al contempo radici ben piantate a terra per sentirsi sicuri del nostro affetto e della loro appartenenza ad una rete familiare forte e unita.
Quando si genera un figlio,anche se la scelta è stata responsabile e seriamente pensata, ci si deve confrontare con un figlio che certamente non è quello che si è scelto.. Si sceglie genericamente di avere un figlio ma nasce quel figlio preciso che esige di essere riconosciuto nella sua identità. Nei primissimi anni di vita del bambino ci si illude che egli sia un nostro prolungamento, che senta come noi, che abbia gli stessi nostri desideri: in buona sostanza si è quasi convinti che ciò che è bene per noi lo sia anche per lui. I primi ostacoli, per quanto ci riguarda, sono iniziati quando Paola da appendice di mamma e papà si è pian piano trasformata in una pensioncina autonoma con propri pensieri, gusti, sentimenti … ad un certo punto ci siamo trovati spiazzati: come era possibile che la “nostra” bambina potesse in certi momenti essere così diversa da noi? Dov’era finita la bambolina che potevamo vestire a nostro piacimento, scorrazzare di qua e di là senza che si ribellasse perché le bastava essere con noi? Poco alla volta ci siamo resi conto che nostra figlia doveva essere accettata nella sua singolare personalità, che il nostro progetto di figlio ideale era solo un sogno di perfezione cui avevamo cercato di adeguare il figlio reale.
Ogni genitore porta nello zaino dei sogni che, per cause diverse, non è riuscito a realizzare … ecco allora che il figlio sembra essere un’altra opportunità che la vita ci offre per affermarci e per portare a compimento progetti tanto sognati. Questo è spesso l’errore che Cristina fa con Paola; forse inconsciamente le impone attività e interessi in base ai propri gusti senza tener conto delle reali aspirazioni della bambina. E’ difficile accettare l’”originalità” dei propri figli: più facile desiderare che i figli siano come noi, costa fatica rinunciare a prolungarsi in loro, più facile cercare di farne una copia di noi stessi.
Quotidianamente noi ci sforziamo di promuovere e incoraggiare l’originalità di Luca e Paola senza sottoporli a continui confronti e paragoni con altri … cerchiamo di farli sentire amati per come sono e non per ciò che fanno. Ci piace molto una frase di Gibran : “voi siete l’arco che lancia i figli, le vostre frecce vive, verso il domani”.
Il nostro più intimo desiderio è quello di crescere due belle persone: felici di se stessi, contenti del loro operato,che amino la scuola per il sapere che da essa si può trarre, che assorbano i valori familiari, che siano rispettosi e capaci di dialogo, che accettino le diversità (di sesso, razza, religione, etc), che sappiano cadere senza farsi troppo male e che abbiano la forza di rialzarsi e di ricominciare.
Vorremmo due figli che non temano di affrontare la vita, che abbiano il coraggio e soprattutto la voglia di conoscere il mondo anche se questo potrebbe significare allontanarsi da noi, dal loro paese e dai loro amici. Auguriamo ad entrambi di coltivare un grande sogno, d’inseguirlo e di realizzarlo senza rimanere ingabbiati in schemi imposti da altri … ci auspichiamo che possano e riescano a sentirsi liberi e non legati a stupide convenzioni che impongono modelli comportamentali predefiniti (es: è la figlia femmina che deve correre in soccorso dei genitori). Soprattutto per Paola vogliamo che senta di avere pari dignità e opportunità di Luca (pur nel rispetto della loro biodiversità) e Cristina in particolare le augura di librarsi felice nel cielo della vita senza timori, sensi di colpa o senso d’inadeguatezza … mai, ci siamo ripromessi, sentiranno uscire dalla nostra bocca la peggior frase che a nostro avviso un genitore possa mai pronunciare : “con tutto quello che abbiamo fatto per te”. Non abbiamo generato figli per avere il c.d. “bastone della vecchiaia” … siamo convinti che spingendoli a volare alto, a realizzarsi come persone autonome, al momento opportuno sapranno far ritorno al “nido” offrendo il loro aiuto e il loro sostegno.
L’insegnamento che vorremmo trasmettere loro è che l’amore non teme confini, che si può essere vicini anche se fisicamente lontani e che fare scelte autonome non significa amare di meno che ci circonda … di tutto questo vorremmo riempire il loro zaino personale e, infine, vorremmo affidarli a Qualcuno che li proteggerà e li guiderà sicuramente meglio di noi : Dio.
Cristina
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